2_IL PENSIERO DELL'ALLEVATORE: LA VITA VINCE SULLA DISPLASIA
La Displasia dell’Anca e dei Gomiti
dal punto di vista umano dell’Allevatore:
Perché il mondo scientifico si accanisce sul Cane di Razza?
Premessa:
Questo è Fior d'Acqua Kirk, uno splendido maschio di Labrador Retriever, ceduto, ad una bella famiglia, come cane da compagnia, perchè non idoneo alla riproduzione per un gomito non perfetto
...mai stato operato !!!
La capacità del Cane di sopravvivere in un Ambiente straordinariamente ostile, come quello umano, è sorprendente.
Il Cane, ancora oggi, è vittima delle continue diatribe professionali di un mondo imprenditoriale che si è evoluto attorno a lui attraverso lo sviluppo esponenziale degli interessi economici legati alla sfera affettiva prodotta dagli animali domestici e a tutte le implicazioni socio-politiche ad essa legate.
Poco meno di un quarto di secolo fa il cane era ancora considerato quasi un accessorio della casa, almeno in Italia, e usato alla pari di un sistema d’allarme, rudimentale ma abbastanza efficace, e la sua importanza, da un punto di vista affettivo, al livello della famiglia rurale, era quasi alla pari degli altri animali domestici, come galline, capre e conigli.
La figura del Veterinario era una figura praticamente inesistente, da un punto di vista professionale, per questo tipo di animali, e la loro salute era affidata più che altro al buon senso del padre di famiglia.
In 25 anni di tempo la dimensione della sfera degli animali da compagnia e, attenzione all’aggettivo, d’affezione, è esplosa in maniera impressionate, alla pari dell’espansione del benessere e della solitudine tipica delle Consociazioni Anonime Metropolitane.
Non molto tempo fa non si sarebbe speso un soldo per il cane, era una cosa del tutto impensabile.
ad ogniuno il suo "Divano-Letto"
Oggi, invece, il Cane è diventato un oggetto d’uso e su di lui si concentrano e si riversano una tale quantità di interessi sociali che lo catapultano da una dimensione tipicamente rurale e agreste in una dimensione androgina di carattere metropolitano.
Il Cane diventa partecipe di una quantità infinita di sfere d’interesse e diventa usabile in varie maniere, dallo Status Simbol alla Pet Terapy, dalla sfera dell’utilità a quella del divertimento e dello sport, a quella della dimensione dell’affettività familiare, come completamento della famiglia di tipo più residenziale, e di redditto medio/alto, oppure come surrogato affettivo di una vita legata sempre più indissolubilmente ad una dimensione “impazzita” del vivere metropolitano dove persino i vicini di casa appaiono sempre più degli sconosciuti e dove il tempo per una vera relazione umana è sempre più misero e inadeguato al ritmo frenetico del nostro mondo e dove lo spazio privato si confonde sempre di più con la dimensione del lavoro e delle relazioni economiche, più che sociali, e il tempo dedicato a se stessi appare sempre più rubato alla catena di montaggio del lavoro e del profitto.
Il benessere porta con sé anche tutta una serie di rimandi di responsabilità per cui la tranquillità diventa sempre più legata alla possibilità di demandare questa gravosità ad altri, in cambio di denaro, pur di non doversene occupare direttamente con un’aggravio che scuota la drammatica “Nenia” del quieto vivere.
La “tranquillità”, intesa come sgombero della mente e della deresponsabilizzazione, è diventata una condizione rara, nello stress della vita contemporanea, e, come “bene prezioso”, viene ottenuta solamente a caro prezzo, quello della depauperazione e annichilimento dei valori nei rapporti umani e, non, certamente, di meno, nei rapporti con il cane.
La risposta allo stress è la necessità di aver più “spazio”, inteso più come “contenuto” che tridimensionalmente parlando, una necessità di vuoto, dove è presente solamente il silenzio, come chiedeva, nella commedia “Lo Strizzacervelli”, il psichiatra, alla fine, esaurito anche lui, dalla “bizzarra pazzia” piena di incalzante ironia interpretata da un formidabile Walter Matthau.
Tutta una serie di figure professionali nascono da questa dimensione “mostruosa” del “apparire” del benessere e che prolificano, tanto più, quanto più il peso della vita quotidiana richiede l’apparente “necessità” di demandare compiti considerati non attinenti al proprio interesse lavorativo e invadente, in modo superfluo, con problematiche considerate secondarie, la tranquillità del corpo e, soprattutto, della mente, nella quotidiana “libertà” extralavorativa e della nostra abituale sfera domestica.
ma che problemi del cavolo potrei mai avere io???
Oggi si paga un professionista perché ci risolva i problemi psicologici del nostro cane stressato da noi!!!
Incredibile da credere, quando, fino a pochi anni fa, se si parlava con un Veterinario di Campell si rischiava di avere come risposta che erano delle ottime minestre.
Il Veterinario incomincia a scoprire il Cane anche da un punto di vista comportamentale e l’Università si allarga ai Master di specializzazione in problematiche comportamentali con nuovi specialisti che, però, “realmente” con il cane ancora non intrattengono nessun, o quasi, rapporto di intimità.
Gli addestratori “professionisti” diventano dei Cimeli, delle Pietre Miliari di un percorso specialistico comprensibile ed accettabile solamente dagli addetti al lavoro e che, nel privato mondo consumistico, vengono sostituiti e/o predigeriti dal, molto più di moda, Educatore Cinofilo, gentile, e con un linguaggio da “specialista” in Psicologia Cognitiva, ma con la Licenza delle Scuole Medie.
Persino la bibliografia sul cane, anch’essa, fino a poco tempo fa del tutto assente, esplode letteralmente in una vera e propria Giungla, con un orizzonte tematico veramente sconfinato, dove ormai si possono trovare, a saper ben guardare, svelati tutti i segreti che ci legano, o ci negano, il rapporto con il nostro cane, oppure, dove si può mangiare sempre la stessa minestra riscaldata migliaia di volte e propinata come “il piatto del giorno”, a seconda da quello che si sa, o no, vedere tra le righe.
Cosa succede e/o succederà al “povero diavolo” di un cane nell’era “post-uma” del Postmoderno?
Sarà consumato anche lui come tutti i prodotti ad uso commerciale ed evacuato nella cloaca del perbenismo oppure saprà, come sempre ha, fin ora, saputo fare, adattarsi alle nuove condizioni “ambientali” e trasformarsi in un “nuovo” cane, forse di tipo “metropolitano”?
sono un pò perplesso nel pensare di dover diventare un Cane "metrolpoli...cosa?"
Certo è che non si capisce più chi stà dalla parte del Cane e chi no, e ancor peggio chi crede di stare dalla sua parte e invece lo sta spingendo verso il baratro della “follia” più sfrenata, lascivamente animata di una “compassione” antropocentrica malata della commiserazione più alienante.
In nome della salvaguardia, dell’amore verso gli animali e nella proclamazione della più spregiudicata innocenza, oggi si perpetua un maltrattamento “silente” del cane di inaudita, per quanto, quasi del tutto impercettibile, sommersa ed invisibile, entità.
Si sconfessano tradizioni e conoscenze, mentori e maestri, fonti e riferimenti, al fine di raggiungere un po’ di considerazione intellettuale e si inventano “dottrine” degne dei più sfrenati illusionisti di ogni epoca pur di convincere in modo più o meno originale un futuro probabile cliente.
Ormai si rischia di più di parlare delle speculazioni sul cane che non del cane e si rischia di vivere a fianco del cane piuttosto che con il cane.